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                  Franco Lissandrini  

                  

Curriculum Musicale

 

Nato a Verona a metà del novecento sotto il segno del cancro; nel 1980, per motivi ancora sconosciuti, inizia lo studio del flauto traverso presso la Scuola Civica Bruno Maderna. Si evidenzia subito per essere l’allievo più anziano e refrattario a qualunque tipo di apprendimento musicale.

Dopo un lungo periodo in cui decide di dedicarsi a cose più impegnative, nel 1996 si riavvicina alla musica e assieme a sei amici partecipa alla nascita del gruppo “Quasi Jazz” che si esibisce principalmente al Busker Festival di Ferrara dal 1998 al 2004 con formazioni progressivamente ridotte.

Il primo incontro musicale con Marco Pasetto è del maggio ‘99 nel mitico locale “Il Posto” in cui si fa notare perché suona con una gamba ingessata e viene dimenticato sul palco alla fine dell’esibizione.

In questi anni contribuisce munificamente alla sopravvivenza di alcuni musicisti veronesi prendendo una serie strampalata di lezioni da Carlo Ceriani, Renato Chicco, Francesco Villa, Oscar Zenari, Kyle Gregory, Paolo Mappa e Stefano Benini.

La svolta fondamentale del suo percorso musicale avviene nel 2001, anno in cui trova in svendita uno strumento pressoché sconosciuto (flauto in sol) e riesce ad incistarsi nella Big Band Ritmosinfonica facendo credere al Maestro Pasetto di essere portatore di nuove sonorità. Nei primi anni non imbrocca una nota neanche a caso ma poi acquista progressivamente sicurezza  e si mette in luce  in alcune ardite improvvisazione nelle parti obbligate.

Nel 2001, a causa di un episodio traumatico, decide di diventare un cantante e, benché sconsigliato da vari insegnanti quali Gaetano Riccobono, Barry Harris, Raquel Gould, Giorgio Mazzuccato e Martin Landzettel, tra l’incredulità dei familiari e lo sconcerto dei presenti, debutta come crooner al Busker Festival di Ferrara 2002 accompagnato dai “Quasi Jazz” che, a seguito del fatto, dopo breve tempo si sciolgono definitivamente.

Incurante dei tragici effetti persiste nel progetto delirante di diventare un musicista globale e dal 2004, fingendosi un esperto tenore, entra in alcuni cori veronesi e si esibisce nelle Messe da Requiem di Brahms e di Mozart, Messa Creola e in un vasto repertorio che spazia dal Gregoriano all’ottocento tedesco; ma il suo vero e grande amore rimane sempre la Big Band ed in particolare la sezione flauti.

 

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